Femminismo
In W. Kymlicka, 'Introduzione alla filosofia politica contemporanea', Feltrinelli, Milano 1996 pp. 262/319 (Contemporary Political Philosophy. An Introduction, Clarendon Press, Oxford 1990).
Nella sua introduzione alle principali scuole di pensiero della filosofia politica anglosassone attuale, Kymlicka dedica il sesto ed ultimo capitolo del volume al femminismo.
Caratteristica comune del femminismo, scrive Kymlicka, è il voler eliminare la subordinazione delle donne. Se fino ad epoca recente gran parte della filosofia politica dominante ha difeso o tollerato la discriminazione sessuale, la riflessione del pensiero femminista anglosassone, tra le varie teorie e sfaccettature, ha permesso di individuare tre argomenti centrali per la riflessione filosofico-politica.
I primi due aspetti mettono in luce la parzialità maschilista che permea le teorie sulla giustizia liberal-democratiche, il terzo propone un'etica della cura alternativa all'etica della giustizia.
Le disuguaglianze e il problema del potere
La diseguaglianza delle donne deriva dall'incompatibilità tra lavoro di cura e lavoro retribuito. Questa situazione mette le donne in una situazione di dipendenza e le candida, in caso di divorzio, ad essere prime vittime del cambiamento.
Il fatto che si tenga conto delle responsabilità legate alla cura dei figli non dimostra affatto che la discriminazione sia stata eliminata; per affrontare queste forme di ingiustizia, è invece necessario riconcettualizzare la diseguaglianza sessuale facendone una questione di potere e non di semplice discriminazione.
Le donne devono essere libere di ridefinire i ruoli sociali; perché ciò possa avvenire è necessario sostituire l'obiettivo politico dell'uguaglianza con quello dell'autonomia.
Pubblico e privato
I limiti di un approccio all'eguaglianza che trascuri la famiglia sono evidenti.
1. Il lavoro domestico non è riconosciuto e la famiglia si trova al centro della svalutazione culturale e della dipendenza economica, che fanno tutt'uno con i ruoli tradizionali delle donne.
2. I criteri familiari restano fuori dalla giustizia: i rapporti familiari sono "privati" e quindi non sono regolati da giustizia.
Il liberalismo ha al suo interno due diverse concezioni della dicotomia pubblico e privato:
- La tradizione che oppone politico e sociale, inaugurata da Locke e portata avanti in maniera differente ma coerente nella tradizione del pensiero politico occidentale.
- La concezione dei romantici: sociale contro personale; la vita sociale appartiene alla sfera pubblica e ogni interferenza esterna nel diritto familiare è contro il diritto.
Un'etica della cura
Alcune teoriche americane (si vedano in particolare C.Gilligan, J.Tronto, A. Baier) individuano una particolare moralità femminile che oppone 'cura e responsabilità' a 'giustizia e diritti'.
A questi differenti valori corrispondono due "voci" (Gilligan): un'etica della cura, e un'etica della giustizia. Le diversità tra le due etiche sono relative a tre aspetti:
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Per quanto riguarda le capacità morali, l'etica della cura riguarda lo sviluppo di disposizioni, mentre l'etica della giustizia privilegia l'apprendimento di principi.
- Il ragionamento morale. Particolare contro universale.
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I concetti morali. Le responsabilità e i rapporti verso i diritti e l'equità.
ultimo aggiornamento 26 novembre 2002
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