Hannah Arendt, Vita Activa
trad.it di S. Finzi, Milano, Bompiani, 1989 (The Human Condition, University of Chicago Press, 1958)
Sfera pubblica e sfera privata fra libertà e necessità
In questo celebre testo Hannah Arendt attacca la riduzione moderna delle questioni politiche a questioni economiche e sociali, oggetto di prospettive teoretiche e tecniche non coinvolte politicamente. L'autrice intende la politica come sfera specifica della libertà, in quanto ambito dell'azione e del discorso.
Questa concezione, nella sua prospettiva, è tipica del mondo greco: "Ciò che tutti i filosofi greci, anche se contrari alla vita della polis, tenevano per certo è che la libertà risiede esclusivamente nella sfera politica, mentre la necessità è soprattutto un fenomeno prepolitico, caratteristico dell'organizzazione domestica privata, e che la forza e la violenza sono giustificate in questa sfera perché esse sono i soli mezzi per aver ragione della necessità - per esempio mediante il dominio sugli schiavi - e diventare liberi." (p. 23) La tradizione socratico-platonica, tuttavia, tende a confondere questa distinzione, allo scopo di liberare la filosofia dal peso della politica, mostrando che anche la polis, come la casa, appartiene al regno della necessità. "Gran parte della filosofia politica, da Platone in poi, potrebbe agevolmente essere interpretata come una serie di tentativi per trovare fondazioni teoretiche e modi pratici per una fuga totale dalla politica." (p. 163)
Stando così le cose, è sbagliato "interpretare Platone come se avesse voluto abolire la famiglia e la vita domestica; egli voleva, al contrario, estendere questo tipo di vita al punto che una sola famiglia abbracciasse ogni cittadino. In altre parole, voleva eliminare il carattere privato della comunità domestica ed è per questo che raccomandava l'abolizione della proprietà privata e dello status coniugale individuale. Nella mentalità dei greci, la relazione tra governare ed essere governati, tra comandare e obbedire, era per definizione identica alla relazione tra padroni e schiavi e pertanto precludeva ogni possibilità d'azione." (p. 164)
Nella lettura platonica di Hannah Arendt possiamo rintracciare due presupposti impliciti complementari:
- la disuguaglianza e la violenza tipica della sfera domestica sono frutto di una necessità insuperabile;
- questa necessità è così forte che, se si confonde la distinzione fra pubblico e privato, si è condannati ad "economicizzare" la politica, perché è impossibile politicizzare l'economia nel suo senso originario di amministrazione della casa.
Scheda di Maria Chiara Pievatolo
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