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aggiornamento 20 ottobre 2003
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Rivista di filosofia
La rivista è presente sul web con una
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Le schedature offerte dal BFP sono di Daniela Andreatta.
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![]() D. Losurdo, Fenomenologia del potere: Marx, Engels e la tradizione liberale, pp. 355-85. Analizzando dal punto di vista epistemologico le due diverse letture della società liberale inglese (e anglosassone in genere) operate dalla tradizione liberale e dalla tradizione marx-engelsiana, l' A. individua nell'uso della categoria di totalità la posizione di forza di Marx e vede nel tema dell'estinzione dello Stato (tema di carattere utopico ma anche strettamente legato ad una fenomenologia del potere di notevole lucidità) il punto in cui tradizione marxiana e tradizione liberale maggiormente si accostano e maggiormente si distanziano (D.A.) F. Bordogna, Pragmatismo e oggettività in William James, pp. 387-412. B. Celano, Etica della comunicazione e legge di Hume, pp. 439-63. Si discute il problema "se il progetto di fondazione di conclusioni normative di validità universale elaborato nel quadro della cosiddetta 'etica della comunicazione' (...) implichi l'invalidità della legge di Hume". A. Minerbi Belgrado, La corrispondenza di Hobbes, pp. 465-75. L. Mangani, Il potere dell'immaginazione materna nel Settecento italiano, pp. 477-91. ![]() Natura e filosofia. Momenti e figure dell'età moderna ![]() S. Buonazia, Per una formalizzazione della teoria husserliana dell'intero e della parte, pp. 287-313. M. De Caro, Epistemologia e interpretazione: l'esternalismo di Donald Davidson, pp. 315-41. P. Lombardi, Nabucodonosor e il sogno di un'esegesi perfetta, pp. 343-55. R. Caporali, Vico: quale modernità, pp. 357-77. Paolo Rossi, Devoti e no, pp. 374-84. G. Pareti, Un positivista di casa nostra: Cesare Lombroso, pp. 385-91. ![]() T. Magri, Obbligo naturale e motivazione normativa nel ' Trattato' di Hume, pp. 419-43. L. Luporini, Rousseau e un nuovo Enrico IV, pp. 497-502. ![]() Fascicolo dedicato al tema Filosofia e impegno politico, con Premessa di C.A. Viano, pp. 3-9. Intervengono: N. Bobbio, L'impegno dell'intellettuale ieri e oggi, pp.12-23 (rievocazione del senso che l'impegno politico dell'intellettuale ebbe negli anni Cinquanta e determinazione dei mutamenti successivamente intervenuti quanto ai temi in discussione e ai soggetti in dialogo, pur nel permanere dell'impegno inteso come interesse ai problemi della convivenza civile ); E. Berti, Per una nuova società politica, pp. 25-40 (etica, formazione, riforme costituzionali sono i campi di intervento aperti all'intellettuale. L'autore delinea le forme in cui si possono ora realizzare i modelli platonico e aristotelico di impegno politico e riconosce che, sebbene il dialogo sia la "metafora che esprime meglio l'attività del filosofare", in certe situazioni all'intellettuale possa e debba essere richiesto un impegno più intenso, di tipo platonico);M. Ciliberto, Tra Tucidide e Procopio: vecchie e nuove forme di "impegno" intellettuale, pp. 41-57; B. De Giovanni, Politica e filosofia, pp. 59-77 (vengono distinte due fenomenologie nel modo di pensare il rapporto tra politica e filosofia: una legata ad una filosofia della storia necessitata, l'altra ad una "critica radicale della filosofia come filosofia della storia". Se alla prima fenomenologia corrisponde il ritiro dell'impolitico, all'interno della seconda il rapporto tra intellettuale e politica non è configurabile nella forma della scelta impolitica: al contrario, la funzione politica dell'intellettuale -non più organico- va "riconquistata...dal lato della responsabilità"); D. Losurdo, Gli intellettuali e il conflitto: responsabilità e coscienza storica, pp. 79-98; M. Tarchi, L'intellettuale-moralista e la crisi della politica, pp. 96-116; G. Vattimo, Filosofia, metafisica, democrazia, pp. 117-25 (cosa succede del rapporto tra filosofia e politica quando non si può più pensare la politica in termini di verità? A questa domanda l'autore risponde che, non potendo più essere pensiero del fondamento, la filosofia "diventa pensiero intrinsecamente politico" nella forma di quella che vien definita una "ontologia dell'attualità"); S. Veca, Dalla lealtà politica alla lealtà civile: messaggi nella bottiglia, pp. 127-46 (considerati i mutamenti intervenuti, quanto ai soggetti della politica e all'arena del discorso pubblico, rispetto agli anni in cui Bobbio sostenne la tesi di una filosofia militante, non ha senso -secondo l'autore- parlare di impegno politico del filosofo: "chi fa filosofia non può e non deve partecipare alla politica attiva se, naturalmente, mira a partecipare ad essa in quanto filosofo o in quanto è uno che fa teoria"); D. Zolo, Habeas mentem. Oltre il privatismo e contro i vecchi padroni, pp. 147-67 (quantunque lo sfondo e la natura dei rapporti tra politica e cultura siano profondamente mutati rispetto agli anni in cui Bobbio delineava la sua figura di intellettuale militante impegnato a mediare tra posizioni contrastanti in nome della libertà e della ragione, alcuni aspetti della sua lezione possono ancora essere considerati attuali. Per un intellettuale che abbia spirito critico, misura nel giudicare, consapevolezza della complessità, si apre un impegno civile fatto di denuncia della degradazione della vita pubblica, delle promesse disattese, ecc. Mentre "la mediazione e il dialogo di cui parlava Bobbio oggi meriterebbero di essere esercitati...entro un orizzonte transnazionale") (D.A.). ![]() H. Albert, La svolta ermeneutica e la tradizione del pensiero critico, pp. 171-96. Relazione tenuta al convegno su "L'ermeneutica" organizzato dall'A. R. I. F. S. in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia dell'Università di Torino (Brescia, 8-10 novembre 1996). D. Coli, Quentin Skinner interprete di Hobbes, pp. 269-80. Secondo l'autore, la scelta di non prendere in considerazione il sistema filosofico di Hobbes impedisce a Skinner di intendere un punto importante del suo pensiero: e cioè che la formulazione di un'etica è per Hobbes improponibile, sia perché egli ritiene gli uomini capaci di manipolare ogni teoria sia perché li considera liberi di agire ma non di scegliere (D.A.). C. A. Viano, Uccidere è lecito, pp. 315-21. ![]() C. A. Viano, La bioetica tra passato e futuro, pp. 348-60. L'autore si sofferma su alcune delle sfide all'etica, cui ha dato corpo la bioetica, e osserva come dalla medicina contemporanea possano anche venire gli strumenti tecnici che consentono di acquisire maggiore libertà "di fronte alla minaccia costituita dalle stesse tradizioni morali", attenuandone il condizionamento esercitato sulle generazioni future (D.A.). D. Neri, Bioetica e società italiana: appunti per un bilancio, pp. 361-86. G. Cambiano, Ermeneutica e filologia, pp. 429-60. G. Becchio, Gli inediti di Karl Polanyi degli anni Trenta, pp. 475-82. C. Caiano, La terza fase della scuola di Francoforte, pp. 483-7. ![]() C. A. Viano, Protezione della vita e suicidio assistito nella sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, pp. 5-25. Trattasi della sentenza con cui nel giugno 1997 la Corte Suprema degli Stati Uniti, sul tema del suicido assistito, dichiara la costituzionalità delle proibizioni sancite dallo Stato di Washington e dallo Stato di New York. L'autore esamina sia gli argomenti su cui poggia la sentenza, sia gli argomenti addotti da sei filosofi morali (Dworkin, Nagel, Nozick, Rawls, Scanlon e Jarvis Thomson) contro la sentenza della Corte (espressasi per la protezione della vita da parte dello Stato) e a favore di un diritto costituzionale di libertà. Secondo l'autore il presupposto che i filosofi introducono per evitare di riconoscere qualsiasi scelta di suicidio (presupposto secondo cui le decisioni sulla vita e sulla morte sono orientate da credenze sul senso della vita) rischia "di imporre limitazioni gravi all'interpretazione delle situazioni che la bioetica deve affrontare", perché configura indebitamente un suicidio di natura razionale (D. A.). C. Tugnoli, Bertrand Russel e l'analisi dell'esperienza temporale, pp. 53-85. G. Israel, L'idea di rivoluzione scientifica e le tendenze recenti della storiografia della scienza, pp. 113-38. S. Bucchi, Hume, i Mill e la "Reid-Beattie interpretation", pp. 139-53. ![]() M. Mori, Liberalismo e politica internazionale, pp. 179-212. L'analisi si propone di enucleare alcune categorie concettuali atte a evidenziare sia i punti di convergenza dei vari liberalismi in tema di relazioni internazionali, sia le divergenze che hanno dato origine ai diversi percorsi imboccati dai liberali europei dell'Ottocento. Vengono così analizzate le concezioni elaborate dalla scienza economica classica nel suo duplice versante anglosassone e francese, dal positivismo francese, e, per altro verso, in risposta al quesito se si dia un pacifismo basato sul fattore politico, le posizioni di Paine, degli autori del Federalist, di Constant e di Tocqueville. Messa a punto la commistione di liberalismo e di politica di potenza, attuatasi nel liberalismo tedesco a metà Ottocento e soprattutto in età guglielmina a cavallo tra i due secoli (in proposito, vengono esaminate le posizioni di Weber e di Naumann), l'attenzione si sposta su ciò che accomuna (ma anche, in parte, differenzia) l'idea wilsoniana di costituzione di una Società delle nazioni (col compito di garantire la pace) e il progetto kantiano di pace perpetua. In particolare, si osserva come già nell'Ottocento, anche là dove il progetto federativo viene accolto dal liberalismo (da Thierry per esempio), esso perda il carattere giuridico-normativo che aveva in Kant e come, più in generale, in tema di relazioni interne e di organismi preposti alla pace, anche dentro la tradizione liberale venga meno la conciliazione, realizzata da Kant, tra il massimo idealismo possibile e il realismo della concezione antropologica e politica (D. A.). A. Honneth, La necessità trascendentale dell'intersoggettività: sul secondo teorema del saggio sul diritto naturale di Fichte, pp. 213-37. Si esamina la tesi secondo cui il filosofo può spiegare in modo incontraddittorio le condizioni di possibilità dell'autocoscienza degli individui finiti soltanto se prende le mosse dalla comunicazione tra (almeno) due soggetti, comunicazione riassunta da Fichte nel concetto di esortazione (intesa nel senso debole del semplice rivolgere la parola). Infatti, secondo Fichte, nella situazione dialogica accade che, per comprendere il senso dell'espressione discorsiva rivoltagli, "un individuo deve potersi accertare della propria attività spontanea dalla prospettiva della sua controparte".L'autore si chiede tuttavia se l'atto intersoggettivo di esortazione, compreso come condizione necessaria della coscienza del diritto, sia visto anche dal filosofo che lo esamina come avente un carattere esteriore e dunque se esso apra davvero la strada a una teoria dell'intersoggettività oppure se non sia, a sua volta, interpretabile nei termini di una filosofia del soggetto (D. A.). M. Mezzanzanica, La filosofia della vita e le sue interpretazioni, pp. 239-69. Il saggio ripercorre, esaminandole, le diverse interpretazioni di cui la filosofia della vita è stata fatta oggetto, da quelle di Scheler e di Rickert a quelle di Heidegger, da quelle di Misch, Plessner, Lersch a quelle marxiste e sociologiche (Lukács), per arrivare da ultimo alle interpretazioni di Bollnow e Fellmann (D. A.). G. Nesi, Mircea Eliade e la mitologia nazista del sacrificio ebraico, pp. 271-304. D. Coli, I "Three Discourses" di Thomas Hobbes, pp. 305-16. Pietro Rossi, Il ritorno di Croce, pp. 317-28. ![]() E. Lecaldano, L'oggettività dell'etica: una versione "sentimentalistica", pp. 353-84. ![]() J. Mittelstrass, La nuova biologia e l'etica, pp.3-16. Pietro Rossi, La filosofia del Novecento come oggetto storiografico, pp. 39-69. S. Nannini, L'anomalia del mentale in Donald Davidson, pp. 71-95. L. Andreozzi, Stato di natura: la rinascita di una metafora, pp. 97-116. M. Ferrari, L'empirismo logico nel suo contesto, pp. 117-32. A. Iacona, Perelman in Italia, pp. 133-38. ![]() Sull'enciclica "Fides et ratio" intervengono: A. La Vergata, A chi si rivolge il Papa?, pp. 184-95; Pietro Rossi, Ma quale pluralismo?, pp. 196-204; C.A.Viano, La resa della ragione, pp. 205-17. T. Baumeister, Il pensiero di Karl Löwith tra "distruzione" e superamento del nichilismo, pp. 253-72. R. Pasta, Dopo le "Annales": il ritorno alla storia politica, pp. 273-303. ![]() L. Cataldi Madonna, Le origini dell'ermeneutica filosofica, pp. 357-89. A. Iacona, Johnstone e gli argomenti dei filosofi, pp. 439-65. C. Penco, Ragione e pratica sociale: l'inferenzialismo di Robert Brandon, pp. 467-85. ![]() C.A. Viano, La filosofia a Torino, pp. 5-45. ![]() E. Berti, La filosofia a Padova, pp.197-217. M. Pasini, D. Rolando, La filosofia a Genova, pp. 219-49. P. Casini, Newton in Prussia, pp. 251-82. G. Pellegrino, L'etica filosofica e la spiegazione del senso comune in Henry Sidgwick, pp. 309-31. R. Festa, Preferenze, razionalità, etica, pp.333-43. ![]() H. Schnädelbach, Le colpe del cristianesimo, pp.387-411. D. Parisi, Ritardi della filosofia, pp. 413-52. G. Cantillo, La cultura filosofica a Napoli, pp. 455-503. P. Rossi, L'ultimo Abbagnano e il preteso incontro con Dio, pp. 535-42. ![]() E. Lecaldano, L'etica teorica e la qualità della vita, pp. 7-29. S. Veca, La teoria politica e la qualità della vita, pp. 31-48. I. Carter, Funzionamenti e capacità: una critica liberale alle teorie di Sen e Nussbaum, pp. 49-70. S. Castignone, Che qualità della vita per gli animali non-umani?, pp.71-96. P. Donatelli, Valore e possibilità di vita: Martha Nussbaum, pp. 97-119. A. La Vergata, Immagini della qualità della vita nell'uomo e negli animali, pp. 121-152. M. Mori, L'etica della qualità della vita e la natura della bioetica, pp. 153-175. C. A. Viano, Scelta e qualità della vita, pp. 177-196. ![]() C. A. Viano, La protesta degli scienziati, pp. 201-217. S. Veca, Sull'idea di giustizia procedurale, pp. 219-234. M. Ciliberto, La filosofia tra Pisa e Firenze, pp. 269-309. R. Bondì, Bacon e la restaurazione di Parmenide, pp. 327-339. ![]() S. Landucci, L'etica e la metaetica di Spinoza, pp.387-409. G. Gigliotti, Naturale e artificiale: il problema del carattere in Kant, pp. 411-433. G. Vattimo, Chiodi e Heidegger, pp. 459-466. C. Pianciola, Chiodi e Sartre, pp. 467-477. M. Mori, Chiodi e Kant, pp. 479-492. G. L. Beccaria, Chiodi e la letteratura della resistenza, pp. 493-511. ![]() L. Greco, Bernard Williams e il soggetto morale, pp. 89-108. M Ferrari, Nicola Abbagnano a cent'anni dalla nascita. In margine a un convegno torinese, pp. 125-135. ![]() C.A. Viano, Introduzione, pp. 195-202. E. Boncinelli, Il posto della scienza, pp.203-209. S. Califano, Il finanziamento della ricerca scientifica di base, pp.211-226. C.Flamigni, Ricerca scientifica e buona fede, pp. 227-237. A.La Vergata, Scienziati, politici, cittadini, pp. 239-261. E. Lecaldano, Vita umana e ricerca scientifica: il dibattito italiano sul Progetto Genoma Umano, pp. 263-283. M. Mori, La protesta degli scienziati e l'ostilità della scienza in Italia, pp. 285-304. T. Regge, Cellule staminali e preclusioni ideologiche, pp. 305-308. P. Rossi, Antiscienza: processi di globalizzazione, pp. 309-331. S. Veca, L'immagine della scienza e alcune ragioni del suo discredito, pp. 333-349. ![]() 93 (2002), 3 S. Bucchi, Hobbes e la tradizione associazionistica, pp. 353-376. P. Bucci, La genesi dell'idealismo fenomenologico di Husserl, pp. 377-402. G. Nesi, La gnosi segreta dei maestri spirituali del nazismo, pp. 403-427. P. Tripodi, La logica filosofica di Georg Henrik von Wright fra Wittgenstein e Carnap, pp. 429-458. P. Casini, Leibnitiana, pp. 459-469. P. Rossi, Divagazioni sull'Illuminismo, pp. 471-478. ![]() 94 (2003), 1 K. Löwith, L'idea di Europa nella filosofia della storia tedesca, pp. 3-19. P. Rumore, Reinhold e la ricerca del fondamento assoluto, pp.41-63. C. Bianchi, Significato come uso: un'interpretazione, pp.65-88. R. Campaner, Sulle teorie manipolative della causalità, pp. 89-106. G. Riconda, Valerio Verra e l'ambiente filosofico torinese, pp.109-119. P. Rossi, Alla riscoperta di Hegel, pp. 121-128. G. Vattimo, Da Dewey a Hegel, attraverso Gadamer, pp. 129-136. ![]() 94 (2003), 2 G. Ferrandi, La filosofia a Bologna, pp. 185-214. P. Casini, La filosofia a Roma, pp. 215-284. S. Olsaretti, Eguaglianza e merito: valori in conflitto?, pp.285-303. ![]() |
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