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Testimonianze su Trasimaco

Il labirinto della cattedrale di Chartres
Traduzione e problemi interpretativi

Conoscere le "cose dette", i dicta, per discutere sull'intenzione del dire, l'intentio dicendi

Per eventuali osservazioni e suggerimenti, contattate Luca Mori

Bollettino telematico di filosofia politica




Nota. Fu H. Diels ad iniziare una raccolta di frammenti relativi ai pensatori presocratici, raccogliendo e catalogando le testimonianze altrimenti disperse come citazioni negli scritti più diversi. L'opera, Die Fragmente der Vorsokratiker, fu riveduta e corretta, a partire dalla V edizione, da W. Kranz. La VI edizione (Berlin 1951-1952) fu più volte ristampata in seguito. È a questa raccolta che faccio riferimento per una traduzione delle testimonianze e dei frammenti relativi a Trasimaco.
Nelle note al testo mi riferisco a Untersteiner e Timpanaro Cardini senza ulteriori precisazioni. I testi di riferimento sono: M. Untersteiner, Sofisti. Testimonianze e frammenti, traduzione e commento, Fasc. III Firenze 1954; M. Timpanaro Cardini, I sofisti. Frammenti e testimonianze, Laterza, Bari 1954.
 

7 (85) TRASIMACO

A. Vita e dottrina
 
1.     SUDA. Trasimaco, calcedone, sofista, originario di Calcedonia in Bitinia, fu il primo ad insegnare il periodo e il colon, e introdusse lo stile attuale della retorica; fu discepolo di Platone, il filosofo, e di Isocrate, l'oratore. Scrisse i Discorsi deliberativi, l'Arte oratoria, i Giochi retorici e gli Spunti dell'arte retorica.
 
Note: il colon è l'elemento costitutivo del periodo, breve insieme di parole che può esser pronunciato tutto d'un fiato (cfr. Untersteiner, p. 2.). Per quanto riguarda il ruolo di discepolo riferito a Trasimaco, Kranz integrava la testimonianza proponendo di leggere: «Trasimaco, discepolo <di Tisia, maestro> di Platone…». Giochi retorici (paignia) è tradotto «Scritti fantastici» da Untersteiner e Giuochi dialettici da M. Timpanaro Cardini; Spunti dell'arte retorica (aformas retorikas) è tradotto Elementi di retorica da M. Timpanaro Cardini.
 
2.     ARISTOT, soph. El. 34 183b 29. Coloro che ora hanno buona fama, hanno appreso (l'arte retorica) da molti che, in seguito, sviluppandola di parte in parte, l'hanno estesa in questo modo: Tesia, dunque, dopo i primi; successivamente, dopo Tesia, Trasimaco; dopo costui, poi, Teodoro e molti altri contribuirono in molte parti.
 
Note: Troviamo il risconto, in questo brano, del fatto che Trasimaco può essere considerato successore di Tesia, come Kranz suggerisce di integrare nel Fr. A 1.
 
3.     DIONYS. Lys. Fra queste, trovo in Lisia una virtù del tutto mirabile, della quale Teofrasto dice iniziatore Trasimaco, mentre io ritengo Lisia: e infatti, almeno a me, sembra che questi sia anteriore a quello relativamente al tempo: dico ciò riferendomi a quando l'uno e l'altro erano nel fiore della loro vita;… ma qual è la virtù di cui parlo? È la virtù di sintetizzare i pensieri e di esprimerli in modo preciso, virtù appropriata e necessaria nei discorsi giudiziari e in tutte le vere dispute.
 
Note: L'aggettivo mirabile traduce il greco thaumasten (riferito ad areten): Timpanaro Cardini traduce mirabile, Untersteiner singolare. Preferisco mirabile perché richiama la meraviglia e quindi, per consuetudine, suggerisce al lettore italiano il riferimento al Thaumazein. Generalmente, non ci sono dubbi sull'errore di Dionigi relativo alla cronologia: Trasimaco sarebbe senz'altro anteriore a Lisia (cfr. Untersteiner e M. Timpanaro Cardini).
 
4.     ARISTOPH., Daitales fr. 198, 5 sgg [da Gal. Gloss. Hipp. XIX 66 K –dialogo fra padre e figlio]
Figlio: - Ma probabilmente col tempo sarai atterrato.
Padre: -Questa espressione, «sarai atterrato», viene dai retori.
Figlio: - Dove andranno a finire codeste tue parole?
Padre: -Questo «andranno a finire» viene da Alcibiade.
Figlio: - Perché fai insinuazioni e parli male di uomini che aspirano alla perfezione?
Padre: -Ahimé, Trasimaco, chi degli avvocati dice queste cose portentose?

  1. Note: La commedia Daitales fu rappresentata nel 427, ed attesta che in questa data Trasimaco era già conosciuto, anche se qualcuno ha messo in dubbio che il riferimento sia a Trasimaco sofista (cfr. Untersteiner, pp. 5-6). La traduzione trova un punto difficile nell'ultima battuta, che Untersteiner traduce «Ahimé, Trasimaco, quale mai degli avvocati ha inventato sì raffinata parole», mentre la Timpanaro Cardini traduce: «Ohimé, Trasimaco, chi spaccia queste frottole sugli avvocati».

5.     ARIST. Rhet. Ã 11, 1413
a 7. [sull'efficacia di comparazioni e immagini metaforiche], infatti, si può dire anche che Nicerato è un Filottete morso da Pratis, secondo l'immagine proposta da Trasimaco, avendo visto Nicerato sconfitto da Pratis nell'arte rapsodica, con i capelli lunghi e ancora incolti.
 
6.     - - B 23. 1400
b 19 [sulla modalità dell'entimema, ricavato dal nome] Come Conone chiamava Trasibulo, anche Erodico rivolto a Trasimaco, «sei sempre un combattente ardito», e rivolto a Polo, «sei sempre un puledro».
 
Note: Giochi di parole: Trasibulo etimologicamente rinvia alla deliberazione ardita; Trasimaco al combattente ardito, o al battagliero ardimentoso; Polo al puledro. Da notare che generalmente l'Erodico a cui si riferisce il frammento viene identificato con Erodico di Megera, medico a Selimbria, citato da Platone in Repubblica, III, 406 a.
 
7.     IUV. VII 203 Molti si pentirono del vano e sterile insegnamento, come prova la fine di Trasimaco SCHOL. Retore presso Atene, che morì impiccandosi.
 
Note: Incerta la credibilità del frammento. Secondo alcuni può trattarsi di un retore di epoca più recente…
 
8.     ATHEN., X, 454 F. Neottolemo di Pario, nella sua opera Sulle iscrizioni, afferma che sulla tomba del sofista Trasimaco, a Calcedonia, era scritto questo epigramma: « Il nome, theta, rho, alpha, sigma, ypsilon, mi, alpha, chi, o-micron, sigma. Calcedonia la patria. L'arte, poi, la sapienza».
 
Nota: Significativa la conclusione dell' epigramma, con l'accorpamento di techne e sophia.
 
9. CIC., de orat., III, 32, 128 [Prodico, Trasimaco e Protagora], dei quali, ciascuno dissertò e scrisse moltissimo, per quei tempi, anche sulla natura delle cose.

    Nota Non abbiamo altre testimonianze di trattazioni trasimachee relativi alla rerum natura, sul modello dei trattati naturalistici perì physeos.

  • 10. PLAT. De rep. I 336 B Nota : per il testo di Platone contenuto in Repubblica relativo a Trasimaco, confronta sotto
     
    11. ARISTOT. Rhet, Ã 8. 1409
    a 2 Resta il ritmo peonico, di cui ci si servì prendendo le mosse da Trasimaco, ma non c'era chi sapesse definirlo.
     
    12. 
    CIC., Orat., 13, 40. Isocrate, siccome Trasimaco e Gorgia gli sembravano esprimersi in un'unità ritmiche minute, loro che pure, si tramanda, furono i primi a legare le parole con una qualche arte, e siccome anche Tucidide gli sembrava spezzettato e, per così dire, non abbastanza levigato, decise per primo di dare forma distesa ai pensieri con le parole e di esprimere sentenze con cadenze ritmiche più complesse.
     
    Nota: Si possono considerare anche un frammento *12a ed un frammento *12b, ricavati dal Fedro platonico (271A e 269D).
     
    13. DIONYS. , Isae. 20 Tra coloro che si dedicarono a discorsi rigorosi e si esercitarono nelle dispute retoriche, c'erano Antifonte di Ramnunte, Trasimaco di Calcedone, Policrate d'Atene, Crizia che comandò i Trenta e Zoilo, che lasciò degli studi su Omero. … Trasimaco dunque, puro e fine (nello stile), abile nel trovare e nel dire ciò che vuole in forma precisa ed elaborata, è tutto nei trattati tecnici di retorica e nei discorsi epidittici, mentre non ha lasciato discorsi giudiziari; uno potrebbe dire le stesse cose anche relativamente a Crizia e Zoilo, con la riserva però che sono differenti tra loro quanto alle maniere d'elocuzione.
     
    Note: In questo brano, da notare l'uso di due aggettivi riferiti a Trasimaco che compaiono anche nel I libro della Repubblica platonica: akribeis riferito ai logoi trasimachei, e deinos riferito all'abilità inventiva ed espositiva del sofista.
     
    14. SUD. Vestino, chiamato Giulio, sofista: (scrisse) un compendio delle Glosse di Panfilo in 94 libri, una Scelta di nomi dagli scritti di Demostene, una Scelta da quelli di Tucidide, di Iseo, di Isocrate, del retore Trasimaco e di altri retori.
     
    Note: Divergenza nel tradurre l'incipit del frammento. Untersteiner propone: «Vestino, chiamato Giulio, sofista»; Timpanaro Cardini, invece, «Vestino Giulio, che si fece chiamare sofista».
     
    15. * QUINTIL. Inst. III, 3, 4 Né sono da ascoltare quelli che vogliono che le parti primitive (dell'eloquenza) siano solo tre, poiché la memoria e l'actio toccherebbero per natura, e non per apprendimento…sebbene anche Trasimaco abbia creduto la stessa cosa relativamente all'actio.
     
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    Frammenti
     
    < Sulla Costituzione >
     
    Nota: Sulla costituzione traduce Perì politeias.
     
    1.       [2 Sauppe O. A. II 162, 10 R] DIONYS. Demosth. 3 [p. 132, 3 Raderm. Usen.] Il terzo stile era quello misto, e composto di questi due [cioè il solenne e il semplice]; non posso dire se colui che per primo lo armonizzò e lo strutturò all'ordine attuale sia stato Trasimaco calcedonio, come ritiene Teofrasto, o se qualcun altro; coloro che lo appresero e lo svilupparono, e lo condussero non distante dalla perfezione, furono, tra gli oratori, Isocrate l'ateniese, e tra i filosofi Platone, discepolo di Socrate; infatti, oltre a costoro, è difficile trovarne altri se non Demostene, che abbiano meglio curato gli elementi necessari e utili oppure che meglio dimostrino l'accuratezza del dire e l'elaborazione esteriore. Lo stile di Trasimaco, dunque, se fu davvero costui l'origine della medietà, appariva avere una scelta di fondo degna di considerazione: esso infatti è in qualche modo una mescolanza ed ha accolto quanto era utile in entrambi [gli stili, solenne e semplice]. Che egli non avesse però una capacità all'altezza delle sue intenzioni, ne è prova questo [brano] derivato da uno dei suoi discorsi all'assemblea: «Vorrei, o Ateniesi, essere appartenuto a quel tempo antico, quando ai giovani era sufficiente restare in silenzio, poiché la condizione politica non li obbligava a parlare in assemblea e gli anziani governavano rettamente la polis. Tuttavia, dal momento che la sorte ci ha situato in un tempo siffatto, da dover ascoltare altri che governano la città, ma soffrire noi stessi i danni, e di questi danni i maggiori non sono opera degli dei né della sorte, ma di chi governa, è necessario parlare: infatti, o è un insensibile o uno dotato di grandissima pazienza colui che ancora si offre a chi desidera agire male, e che si sobbarca in prima persona la responsabilità della colpevole deliberazione di altri. A noi, ormai, basta il tempo passato, e l'essere in guerra anziché in pace, e l'aver attraversato pericoli fino al tempo attuale, e da un lato amiamo il giorno trascorso, dall'altro abbiamo paura di quello che sopraggiunge, giunti all'ostilità e alle sommosse [tra noi], gli uni contro gli altri, anziché alla concordia. Mentre la quantità di beni induce gli altri alla tracotanza e alla guerra civile, noi invece, tra i beni, eravamo saggi. Perché mai, dunque, dovrebbe esitare nel decidersi a parlare, chi abbia sofferto della situazione presente e ritenga di avere qualcosa, da far sì che mai più la situazione sia tale? In primo luogo, dunque, mostrerò che coloro che sono reciprocamente in contrasto, oratori o altri, nel parlare, necessariamente sono soggetti a quanto è necessario che accada a chi contende senza uso della ragione: infatti, credendo di dire cose in contrasto gli uni agli altri, non si rendono conto di fare le stesse cose, né che il discorso degli altri è inglobato nel loro stesso discorso. Considerate dunque fin dal principio, ciò che cercate gli uni e gli altri. Dunque, in primo luogo offre loro motivo di discordia la costituzione dei padri, che pure è facile da conoscere e comune a tutti i cittadini. Quanto poi sta oltre la nostra conoscenza, è necessario ascoltarlo dai discorsi degli antichi, quanto gli antichi videro in prima persona, è necessario conoscerlo da chi lo sa…» Questa, dunque, è la maniera espressiva di Trasimaco, media fra le due, ben strutturata e punto di riferimento opportuno per le caratteristiche degli altri due stili.
     
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    PER I LARISSEI
     
    2.       [1 S.] CLEM. Strom. VI 16 [II 435, 16 St.] Avendo Euripide detto, nel Telefo: «Noi, che siamo Greci, serviremo i barbari?», Trasimaco, nel discorso per i Larissei, dice: «Essendo Greci, serviremo il barbaro Archelao?».
     
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    GRANDE TRATTATO
     
    3.       [ 4 S.] SCHOL. ARISTOPH. Aves 880 Anche Trasimaco, nel Grande Trattato, dice le stesse cose di Teopompo.
     
    4.       ATHEN. X 416 A Trasimaco calcedonio, in un proemio, racconta che Timocronte, recatosi dal grande re e ospitato presso costui, mangiò moltissimo. Domandandogli il re cosa avrebbe fatto dopo, [Timocreonte] rispose che avrebbe battuto innumerevoli Persiani. E il giorno seguente, avendone vinti molti uno alla volta, dimenava le mani. Essendo interrogato sul motivo, rispose che rimanevano altrettanti colpi per chi si fosse fatto avanti.
     
    5.       [7 S.] ARIST. Rhet. Ã 1. 1404
    a 13 Alcuni si sono impegnati nel dire qualcosa su questo argomento [sull'arte della recitazione], come Trasimaco nelle Commiserazioni.
     
    6.       [5 S.] PLATO Phaedr. 26 C Relativamente ai discorsi compassionevoli sulla vecchiaia e la povertà, poi, mi sembra primeggiare l'arte vigorosa del Calcedone. Uomo abile nel suscitare l'ira in molti e successivamente nel placarla in chi si era eccitato, incantandoli, come diceva lui: abilissimo nel muovere accuse e nel disperderle in qualunque modo. – HERMIAS ad l. p. 239, 18 Couvreur Il Calcedone, cioè Trasimaco, insegnò queste cose, come muovere il giudice a compassione e guadagnarsene la benevolenza, con discorsi compassionevoli sulla vecchiaia, la povertà i figli e argomenti simili.
     
    6 a. de rep. 338 c Io affermo che il giusto non è altro che l'utile del più forte.
     
    7.       [6 S.] PLUT. Quaest. conv. I 2, 3, p. 616 D Bisogna fare come chi di dedica ad un argomento di comparazione, avendo tra le mani i Topici di Aristotele e i Discorsi vincenti di Trasimaco, anche se con ciò non si fa nulla di utile, ma si introduce nei simposi la vana opinione dell'agorà e del teatro.
     
    8.       [5 R.] PHILODEM. Rhet II 49 [Suppl. Ed. Sudhaus Lps. 1895 pp. 42 sgg.]. Anche Metrodoro, nel primo libro Sui poemi, sembra illustrare adeguatamente che la retorica sofistica è una techne… e dice che altri parlano al popolo delle cose utili al popolo in modo adeguato senza aver appreso l'arte di Trasimaco o di alcun altro… Trasimaco e altri non pochi che ritengono di avere tali tecniche dei discorsi politici e retorici, non le attuano…

    Il passo è molto corrotto, e integrato dal Sudhaus. La traduzione di Untersteiner propone accoglie il brano finale ricostruito in questo modo: «Egli sostiene il contrario dimostrando che Trasimaco e alcuni altri non pochi, fra quanti hanno fama di possedere taki principii dei discorsi politici e retorici, non mettono in pratica nessuna di quelle perfezioni stilistiche di cui affermano di possedere i principii, quando si trovino a essere legislatori» (Untersteiner, p. 37).


    SCRITTO INCERTO

  •        HERMIAS ad Plat. Phaedr. P. 239 21 Couvr. Trasimaco in un suo discorso scrisse qualcosa del genere, che gli dei non guardano alle vicende umane: infatti, non tralascerebbero il maggiore fra i beni umani, la giustizia; vediamo infatti che gli uomini non se ne curano.
     

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  • Luca Mori 123456789



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