Bollettino telematico di filosofia politica
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Ultimo aggiornamento 8 dicembre 2003

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Hackers, pubblica amministrazione e piccola e media impresa nell'era dell'Open Source
il pinguino vitruviano di Leonardo
Pisa, Linux Day 2003-11-29

In occasione del Linux Day, la giornata mondiale dedicata al sistema operativo aperto GNU/Linux, il Dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa ha ospitato un primo workshop organizzato dal Master in management dell'Open Source e dal Gulp e dedicato alla discussione sull'influenza, l'impatto, e le possibilita' del software aperto e libero in ambiti pubblici (Pubbliche Amministrazioni e Università) e privati (in particolare Piccole e Medie Imprese).

Nel corso della mattinata, i molteplici interventi, introdotti e coordinati da Dario Besseghini (sistemista del Dipartimento di Informatica di Pisa e membro del GULP), hanno presentato alcuni dati e mostrato le implicazioni politiche, economiche e tecniche dello sviluppo e della diffusione di un paradigma basato sul software aperto e libero; i numerosi partecipanti (informatici, studenti, appassionati e curiosi) hanno arricchito la manifestazione con il dibattito che è seguito a ciascuna relazione.

Perche' è importante parlare di software aperto nella pubblica amministrazione?
Ad apertura della giornata, Flavia Marzano, responsabile e-government UPI e PA, ha introdotto i lavori con una relazione dal titolo 'Pisa come polo nazionale dell'Open Source'. L'intervento della Marzano ha indicato le novità e illustrato i vantaggi introdotti dalla Direttiva in materia di "Sviluppo dei programmi informatici da parte delle Pubbliche amministrazioni", di prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale; la direttiva del Ministro Stanca, preceduta da un'indagine conoscitiva i cui risultati sono stati pubblicati e diffusi, fornisce alle PA indicazioni e criteri tecnici e operativi per la predisposizione o acquisizione di programmi informatici, e raccomanda di tenere presente la modalita' OSS.
Si gioca, attorno alla discussione sul tema del software libero che avviene nei parlamenti e nei luoghi di governo nazionali, regionali e locali, un'importante battaglia per fondare le precondizioni di un sapere "aperto"; un tema che non puo' non interessare le amministrazioni pubbliche. Anche per questo, la ROSPA, neonata Rete dell'Open source nella Pubblica Amministrazione presentata da Francesco Marchetti-Stasi, metterà in piedi una mailing list costituita dagli informatici che lavorano nelle PA e operano con strumenti OS.

Gli elementi più importanti che vengono introdotti dalla direttiva riconoscono sono la necessità di software costruiti su standard aperti e comuni che garantiscano l'interoperabilità tra sistemi diversi; l'indipendenza delle amministrazioni pubbliche da un unico fornitore o da una tecnologia proprietaria; la preferenza nei confronti di programmi che esportino almeno un formato aperto.
La Provincia di Pisa, in collaborazione con imprese e istituzioni universitarie, ha anticipato tale direttiva, e si fa portatrice di numerose iniziative che la caratterizzano come nodo importante della rete per la diffusione e la promozione del software libero e del sapere aperto.
La disponibilita' del codice sorgente non è soltanto una questione tecnica: chi di noi si fiderebbe e si fiderà ad affidare il proprio voto elettronico ad un sistema proprietario, senza avere la possibilità di conoscere come tale sistema struttura, elabora, usa i nostri dati? E' evidente, ha concluso Flavia Marzano, che avere il codice sorgente a disposizione diventa un questione di democrazia.

Cristina Rossi, della Scuola di Studi Superiori e di Perfezionamento Sant'Anna, ha illustrato i risultati della ricerca ELISS (European Libre Software Survey). Lo studio, frutto di una collaborazione tra Scuola Sant'Anna e Provincia di Pisa, è una raccolta di dati empirici su 250 piccole e medie imprese che, in Italia e in Europa, lavorano con il software libero. La Rossi ha fornito alcuni dati interessanti in quanto aiutano a definire alcune linee portanti di questo nuovo paradigma di produzione, che meriterebbero più pubblicità da parte degli stessi ricercatori che hanno partecipato al progetto.
Di particolare interesse sono le informazioni sulle licenze utilizzate, che confermano una generale adesione degli imprenditori alla filosofia del software libero, rappresentata dall'uso della licenza GNU/GPL (45% degli intervistati); è stato inoltre osservato un limite della specificità italiana nel fatto che le nostre imprese, sviluppando prevalentemente software ad hoc, contribuiscono poco alla comunita' Open Source e hanno pochi contributi accettati. Stenta, in Italia, a prendere piede il meccanismo take and give: si prende molto e si rilascia poco.
L'illustrazione del caso di Reflab (giovane impresa pisana che contribuisce alla comunità di Plone e di Zope) da parte di uno dei soci, Francesco Ciriaci, è stata utile a discutere le motivazioni e i vantaggi economico-sociali che l'adozione del paradigma del software libero comporta, non solo per le imprese, ma anche per l'industria e la collettività. Tali vantaggi sono evidenti: standard veramente aperti, moltiplicazione degli utenti e alta visibilita', competizione basata su competenze e qualità, meno frizioni all'innovazione (dovute alla scarsità informazione, ai costi di negoziazione, ai brevetti). Viene incoraggiato un modello attraverso cui la conoscenza si sposta piu' facilmente, e questo contribuisce ad aumentare il valore dei risultati della ricerca accademica (le slides dell'intervento sono disponibili qui).

Quali rapporti esistono, in particolare, tra software libero e ricerca (scientifica e accademica)?
Marco Danelutto, docente di reti di calcolatori all'Università di Pisa, ha mostrato l'influenza e l'importanza di un sistema aperto come GNU/Linux nella didattica e nella ricerca di base. Nella sua relazione ha ripercorso alcune delle tappe principali che hanno contribuito al diffondersi dei programmi a sorgente aperto, dalla diffusione del sistema operativo Minix (molte migliaia di righe di codice che sostituivano algoritmi teorici e potevano essere finalmente usate per spiegare), a Linux, che è divenuto uno standard e permette tanto il riuso e il riadattamento del codice, quanto di intercettare facilmente gli errori e di riparare i guasti. L'aspetto importante di questo fenomeno nel campo della ricerca universitaria, ha sostenuto Danelutto, è che sono divenute sempre più accessibili le fonti primarie (i sorgenti e la documentazione). Per questo, ha aggiunto, è importante informare molte persone sul software libero, e diffondere GNU/Linux nelle scuole primarie e secondarie.
A conclusione della mattina Michele Barbera, che lavora al progetto transnazionale tedesco e francese HyperNietzsche, ha introdotto all'Open Access, l'accesso pubblico e aperto alle fonti primarie e secondarie della ricerca (è possibile scaricare le slides, arricchite da una bibliografia tutta open, qui).
Se dalla fine dell'Ottocento a pochi anni fa, un meccanismo perverso di incentivi e di inefficienze di mercato nel settore dell'editoria scientifica ha generato un mercato oligopolistico, l'adozione di un modello ad accesso aperto (basato su Self Archiving e Open Publishing) comporta una serie di vantaggi economici e politici, permettendo di risparmiare e di reinvestire le ingenti cifre impiegate per la pubblicazione dei risultati delle ricerche scientifiche.
Inoltre l'impatto di un articolo pubblicato on-line è, a parità di altri fattori, in media fino a cinque volte superiore a quello di un articolo pubblicato su una rivista cartacea, e questo rapporto cresce enormemente se la rivista è consultabile gratuitamente; cio', come nel caso illustrato da Danelutto, ha un importante influsso sulla ricerca pubblica, e riduce il research divide.
E' possibile sostenere, ha concluso infine Barbera, che l'Open Access è una precondizione per un e-learning intelligente, che non sia mero apprendimento di contenuti, ma che, mettendo a disposizione di tutti le fonti primarie della ricerca, favorisca il pensiero critico innescando un meccanismo di mutuo beneficio tra la ricerca e l'insegnamento in un ambiente aperto e condiviso.

Un ambiente come le aule del polo didattico Fibonacci, in cui nel pomeriggio, si sono susseguiti seminari dedicati agli aspetti tecnici di software e linguaggi open, frequentati da un pubblico molto vasto, tra cui moltissimi studenti. La giornata di studio dedicata a GNU/Linux e all'Open Source si è conclusa con l' "evento wireless" della sera, a cura del Gulp.
Il prossimo appuntamento a Pisa, per gli interessati, è per il 16 dicembre.


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Il Bollettino telematico di filosofia politica è ospitato presso il Dipartimento di Scienze della politica della Facoltà di Scienze politiche dell'università di Pisa, e in mirror presso www.philosophica.org/bfp/



A cura di:
Brunella Casalini
Emanuela Ceva
Dino Costantini
Nico De Federicis
Corrado Del Bo'
Francesca Di Donato
Angelo Marocco
Maria Chiara Pievatolo

Progetto web
di Maria Chiara Pievatolo


Periodico elettronico
codice ISSN 1591-4305
Inizio pubblicazione on line:
2000


Chi è interessato a proporre cronache di convegni può rivolgersi a Nico De Federicis.