Bollettino telematico di filosofia politica
Il labirinto della cattedrale di Chartres
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Ultimo aggiornamento 29 ottobre 2002

Repubblicanesimo, democrazia, socialismo delle libertà:
incroci per una rinnovata cultura politica

Ravenna, 26-27 ottobre 2002
Sabato 26 e domenica 27 Ottobre 2002 si è tenuto a Ravenna un convegno dedicato alle possibili confluenze fra tre tradizioni politiche e culturali differenti: Repubblicanesimo, Liberaldemocrazia e Socialismo liberale. Nella mattina del sabato l'attenzione è stata rivolta alla ricostruzione ed all'analisi del socialismo liberale, con particolare riguardo alla figura e all'opera di Carlo Rosselli. Il pomeriggio del sabato ha avuto come protagonista Guido Calogero e la sua riflessione filosofica, giuridica e politica. Il convegno è stato concluso da una tavola rotonda nella mattina della domenica, in cui i relatori hanno tentato di fare un bilancio della portata propositiva che le concezioni prese in considerazioni possono avere nel quadro del discorso sul presente e sul futuro della Repubblica democratica.

La prima seduta è stata aperta dall'intervento di Paolo Bagnoli (Università di Siena e "Bocconi" di Milano), che si è occupato dell'identificazione e del confronto delle culture socialista, liberale e liberalsocialista, con un notevole, puntuale impegno di contestualizzazione storica. Bagnoli ha messo in evidenza l'importanza, al di là dell'analisi concettuale, del nesso storico tra proposta teorica e obiettivi politici nella complessa esperienza di queste due tradizioni nel quadro della vicenda italiana. Il socialismo liberale, matrice ideologica rosselliana entro l'esperienza prima giellista e poi azionista, non può essere compreso a fondo, secondo Bagnoli, se non si tiene conto della volizione rivoluzionaria da cui è animato. Essa si presenta, da un lato, come superamento dei limiti dell'esperienza della sinistra storica e del riformismo sconfitti dal fascismo; dall'altro come un progetto costruttivo dell'antifascismo, orientato alla fondazione di una democrazia "progressiva". Il liberalsocialismo ha, da parte sua, una matrice prevalentemante filosofica, e si propone come sintesi dei contributi offerti all'edificazione costituzionale repubblicana dalle cultura liberaldemocratica e laico- socialista.
Della figura di Carlo Rosselli è stata messa in luce, opportunamente, la vocazione federalista ed europeista. Corrado Malandrino ha individuato alcuni elementi di lungimiranza nelle proposte rosselliane sui temi dell'unità europea. Libera circolazione, necessità di una difesa comune, legittimazione democratica delle istituzioni, sono riferimenti ricorrenti ed ispirati più alla concretezza della lezione cattaneana che alla genericità del modello mazziniano.
Due relazioni si sono incentrate sull'influenza della cultura politica inglese su Rosselli. Claudio Palazzolo (Università di Pisa) ha osservato che ciò che maggiormente il fiorentino apprezzava delle forze politiche e sindacali anglosassoni era l'impermeabilità a pulsioni antisistemiche e classistiche. La fedeltà al modello democratico costituzionale e l'impegno a difendere l'interesse di tutte le categorie lavoratrici, permetteva alle forze laburiste di spingere con piena legittimazione verso il progressivo ampliamento di istituti socialistici, senza ricorrere all'ideologia palingenetica. L'idea di ricercare formule dottrinarie capaci di conciliare libertà e giustizia, propria di Rosselli, fa parte anche del portato teorico della tradizione del cosiddetto liberalismo sociale. Ed è sempre in Inghilterra che, secondo Carmelo Calabrò (Università di Pisa), si ritrovano referenti ideali che precorrono l'elaborazione rosselliana. J. S. Mill, su basi filosofiche empiristiche, aveva cercato di trovare formule capaci di combinare la salvaguardia e lo sviluppo della libertà individuale, minacciata dalla tendenze omogeneizzanti delle democrazie "massificate", con l'esigenza di organizzare la società in modo da offrire un più diffuso accesso possibile al godimento della ricchezza prodotta.
Altro nodo di analisi è stato il rapporto tra Rosselli e il Risorgimento. Mario Di Napoli e Zeffiro Ciuffoletti hanno sottolineato non solo le motivazioni affettive che legavano l'intera famiglia Rosselli all'epopea risorgimentale - com'è noto Mazzini era morto a Pisa nella casa dei Rosselli - ma soprattutto il giudizio politico che Carlo, come anche il fratello Nello, davano di quella stagione. Certo, il Risorgimento era stato, per molti aspetti, una rivoluzione mancata . Tuttavia era sbagliato e pericoloso lasciare che le forze nazionaliste e poi il fascismo si appropriassero del patrimonio simbolico risorgimentale, distorcendo giudizi e strumentalizzando valori.

L'incontro del sabato pomeriggio, dedicato a Guido Calogero, è stato coordinato da Gennaro Sasso, che ha aperto i lavori rievocandone la figura. I primi studi sulla logica aristotelica, l'influenza e l'emancipazione da Gentile, il rapporto con Croce e il confronto polemico sul concetto di libertà. Sasso ha inoltre dedicato attenzione al tentativo di rintracciare le "fonti" del liberalsocialismo, sottolineando l'originalità di alcune intuizioni calogeriane. In particolare è stata rilevata l'importanza della teoria dell'Alta Corte. Calogero, coerentemente con la sua concezione di una democrazia dialogante, aveva concepito la Corte Costituzionale alla stregua di luogo di reciproco riconoscimento dei partiti in cui questi avrebbero dovuto esprimere un "voto di fedeltà democratica": come una sorta di ambito giusnaturalistico tale da accomunere tutte le forze politiche.
Alla ricerca dei fondamenti della filosofia del dialogo e delle ricadute di questa nel campo politico istituzionale e giuridico sono andati rispettivamente Thomas Casadei (Università di Pisa e di Modena e Reggio Emilia) e Tommaso Greco (Università di Pisa). Il primo ha delineato il pensiero filosofico-politico calogeriano attraverso l'individuazione di una grammatica del limite, quale principio regolativo dell'agire pratico. In Calogero libertà e giustizia si identificano perché solo il contenimento del nostro spazio, della nostra "voce" politica in favore di una eguale spazio altrui consente l'edificazione di una vera democrazia integrale.
Greco ha offerto un'interpretazione della filosofia giuridica calogeriana incentrata sulla subordinazione della rivendicazione dei diritti propri al riconoscimento del dovere di rispettare i diritti altrui. Ha così stabilito un collegamento tra Mazzini e Calogero. In entrambi, il dovere più che essere connotato in senso verticale, vale a dire come obbligo verso l'autorità costituita, si esprime in senso orizzontale, come regola di convivenza reciproca.
Michelangelo Bovero ha espresso una lettura fortemente attualizzante delle regole del confronto democratico ispirate alla filosofia del dialogo. Ricorrendo al linguaggio della metafora geometrica, Bovero ha sottolineato come la nostra democrazia, piuttosto che essere un cerchio in cui tutti partecipano con eguale diritto ed eguale distanza dal centro, stia divenendo un cono tronco, al cui vertice c'è un piccolo cerchio, luogo di "rissa". Tutt'intorno un pubblico che non partecipa, ma assiste.
Stefano Petrucciani (Università "la Sapienza" di Roma) ha messo in luce, rispetto ai termini liberalismo, socialismo e democrazia, le interpretazioni "particolari" di Calogero. Ricorrendo alla distinzione proposta da Norberto Bobbio e Isaiah Berlin, il liberalismo di Calogero guarda alla libertà positiva più che a quella negativa. La democrazia finisce così con l'avere una forte connotazione contenutistica in senso socialista - attuazione della giustizia sociale - e attenua la sua matrice tendenzialmente procedurale. Si creerebbe così una "tensione" tra dialogo e spettro delle possibili decisioni che danno contenuto alle scelte cui il dialogo conduce: la deliberazione democratica, essendo vincolata al contenuto della giustizia sociale, dovrebbe necessariamente scartare l'opzione liberista per quella socialista. Infine, a dare testimonianza dell'impegno morale di Calogero, Aldo Visalberghi (professore emerito dell'Università "La Sapienza di Roma) ha ricordato come le idee del filosofo trovavano una fonte etica nell'ideale dell'attenzione verso l'altro. Da qui anche il suo impegno pedagogico per la preparazione di assistenti sociali laici.

La seduta della domenica mattina, ha visto gli interventi di Maurizio Viroli (Università di Princeton); Nicola Tranfaglia (Università di Torino) e Franco Sbarberi (Università di Sassari e di Torino).
Viroli ha cercato di individuare il nucleo della possibile intersezione tra libertà democratica, libertà repubblicana e libertà socialista. Questo nucleo andrebbe rintracciato nel principio di emancipazione da ogni forma di dominio: politica, morale, economica.
Tranfaglia ha ricordato il contributo offerto dalle figure azioniste nella costruzione della repubblica democratica: la battaglia per lo stato di diritto, per la separazione dei poteri e soprattutto - evidente l'allusione polemica - per l'indipendenza della magistratura.
Infine Sbarberi ha offerto un'articolata rassegna di quella lunga e composita tradizione di pensiero animata dalla convinzione che l'unica libertà sia l'equa libertas, che va dalla concezione repubblicana romana all'illuminismo di Condorcet, dal liberalsocialismo inglese di Mill, Green, Tawney, Hobson, Cole, fino al filone italiano di Rosselli, Calogero, Calamandrei, Bobbio: una grande famiglia intellettuale alla costante ricerca della "quadratura del cerchio".



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Il Bollettino telematico di filosofia politica è ospitato presso il Dipartimento di Scienze della politica della Facoltà di Scienze politiche dell'università di Pisa, e in mirror presso www.philosophica.org/bfp/



A cura di:
Brunella Casalini
Emanuela Ceva
Dino Costantini
Nico De Federicis
Corrado Del Bo'
Francesca Di Donato
Angelo Marocco
Maria Chiara Pievatolo

Progetto web
di Maria Chiara Pievatolo


Periodico elettronico
codice ISSN 1591-4305
Inizio pubblicazione on line:
2000


Chi è interessato a proporre cronache di convegni può rivolgersi a Nico De Federicis.