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Ultimo aggiornamento 22 maggio 2001
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Antonio De Gennaro, Filosofia politica. Un modello metateorico: logica delle scienze sociali e logica della società industriale, Bologna, Scuola di diritto Irnerio, 20002, pp. 82.
Il punto di partenza di questo volume, e anche l'oggetto della sua prima parte, è l'assunto secondo il quale la filosofia politica o sociale, in quanto tale, è una metateoria scientifica, "un sapere di secondo grado, che non si confonde con quello propriamente 'scientifico' o 'empirico' [ ] ma lo presuppone necessariamente" (p. 4). Nella tradizione filosofico-politica occidentale, che investe larga parte della propria riflessione intorno ai problemi della libertà e dell'uguaglianza, la questione dei diritti individuali rispecchia il rapporto tra 'diritti vecchi' e 'diritti nuovi', secondo una triade di modelli 'metateorici': il primo modello, che vede nei nuovi diritti il criterio di legittimazione dei precedenti; il secondo, che vede invece nei vecchi diritti la condizione che permette di legittimare i nuovi; il terzo, che in sostanza vede tra gli uni e gli altri un rapporto di condizionamento reciproco. De Gennaro situa questo discorso nell'ambito della 'società industriale', "in cui appare con particolare evidenza come i valori politici e sociali fondamentali della tradizione occidentale - la libertà e l'uguaglianza - sono lo stimolo o la 'sfida' indispensabili per la nascita di nuovi bisogni, interessi, 'risorse'; così come questi ultimi costituiscono l'imprescindibile 'contenuto' delle sempre nuove accezioni dei valori di libertà e uguaglianza" (p. 16). Qualunque ipotesi filosofico-politica (contemporanea e occidentale) intorno alla libertà e all'uguaglianza, allora, non potrebbe che essere una metateoria scientifica razionalmente adattata alle teorie e ai modelli delle scienze della società contemporanea, la 'società industriale'. Pertanto, "le teorie filosofico-politiche non consistono soltanto nella difesa di una certa accezione storica dei valori di libertà e di uguaglianza, ma costituiscono anche sempre delle 'metateorie scientifiche' "; esse quindi "debbono funzionare, in altri termini, come una perenne fonte di teorie e modelli nuovi nei confronti delle scienze sociali ad esse contemporanee. [ ] Le ipotesi filosofico-politiche, le quali nel ridefinire il contenuto dei valori di libertà ed uguaglianza danno contemporaneamente luogo sempre a metateorie scientifiche, hanno sempre anch'esse un "contenuto" o un riferimento "empirico" sia pure indiretto o che passa attraverso le scienze sociali che rende possibile una loro "verificazione" o "falsificazione", cioè una discriminazione o una scelta fra esse" (p. 18). Così esiste una pluralità di modelli metateorici accanto a una pluralità di modelli empirici: ed è questa pluralità la chiave interpretativa che consentirebbe di capire il senso del mutamento della società industriale occidentale. La seconda parte della ricerca è dedicata a tre aspetti della società industriale:
Questo studio affronta il rapporto tra teoria e metateoria delle scienze sociali e cerca di individuare, nella logica della società industriale, il problema centrale del mutamento e della trasformazione della tecnologia, che all'autore appare inscindibilmente legato al mutamento di fisionomia dell'individuo e dei suoi diritti nella società contemporanea. Non c'è dubbio che un legame, anche forte, tra le scienze sociali e la filosofia politica vi sia. E non c'è dubbio che la filosofia politica 'occidentale' (un termine sul quale è lecito avere qualche riserva semantica), oggi nasca e si esprima in un mondo sociale regolato dalla tecnologia (per certi versi, non sarebbe inesatto definire la società contemporanea una 'società postindustriale'). Ma occorre interrogarsi sulla questione se la filosofia, oggi e nel nostro mondo, quando non sia metateoria delle scienze sociali e quindi legata ai dati empirici, si riduca, come l'autore suggerisce, a una filosofia autoreferenziale, fine a se stessa. Affermare che le teorie o le ipotesi filosofiche non consistono solo nella difesa di una certa accezione storica dei valori di libertà ed eguaglianza, ma costituiscono sempre delle metateorie scientifiche, significa forse assegnare alla filosofia una sorta di vicariato metascientifico rispetto alla teoria, o una funzione sussidiaria rispetto alla scienza. Perché la filosofia non potrebbe oggi non essere una metateoria scientifica? E perché la filosofia politica, anche oggi, non potrebbe invece essere anche una discussione dei valori storicamente acquisiti di 'libertà' e 'uguaglianza', senza per questo risultare tautologica o generica? |
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![]() ![]() A cura di: Brunella Casalini Emanuela Ceva Dino Costantini Nico De Federicis Corrado Del Bo' Francesca Di Donato Angelo Marocco Maria Chiara Pievatolo Progetto web di Maria Chiara Pievatolo Periodico elettronico codice ISSN 1591-4305 Inizio pubblicazione on line: 2000 ![]() ![]() |
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