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Ultimo aggiornamento 29 ottobre 2000
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Clifford Geertz, Mondo globale, mondi locali. Cultura e politica alla fine del ventesimo secolo, tr. it., Bologna, il Mulino, 1999.
Questo libro è sostenuto da una vigorosa intuizione, caratteristica di un antropologo "culturale" qual è l'autore. L'intuizione è la seguente: concetti come quelli di "Stato", "società", "paese" , "popolo" e soprattutto "nazione", mutuati dall'esperienza occidentale e che si pensava che i popoli del "terzo mondo" avrebbero dovuto adottare dopo la fine della colonizzazione, si sono rivelati radicalmente inadeguati - a partire dalla fine degli anni 70 e soprattutto dopo la caduta del Muro, che ha definiti vamente privato l'Occidente di un "centro"- a comprendere le società non occidentali contemporanee, dove alcuni di essi, soprattutto quello di "nazione", non hanno neppure un equivalente nelle lingue locali. Si è assistito invece ovunque ad una vigorosa ripresa e rinascita della cultura e delle tradizioni precoloniali. Ne consegue -secondo l'autore- che ci troviamo di fronte ad un mondo in "frammenti", "screziato", sempre più formato da "schegge" anziché da vigorosi blocchi "nazionali" sul modello delle nazioni occidentali ottocentesche. Così abbiamo paesi -secondo l'autore- come l'Indonesia o il Marocco che non sono "nazioni". Abbiamo "culture" che non sono neppure esse totalità omogenee e armoniche o prive di fratture, come immaginava la vecchia antropologia, ovvero sono frutto di un "consenso" frastagliato e instabile. Come meravigliarsi allora -secondo l'autore- se non si adotta la prospettiva "astratta" e "generalizzante" di scienze sociali quali la sociologia o l'economia, che in questo mondo frammentato e instabile - pieno della rinascita di culture precoloniali ed estranee alla tradizione occidentale- riemerga irresistibile il conflitto etnico ? Dalle vicende tragiche della ex Jugoslavia a quelle non meno tragiche che hanno coinvolto Tutsi e Hutu in Africa, a quelle non altrettanto drammatiche ma non meno significative del Quebec in Canada o al contrasto fra singalesi e Tamil nello Sri Lanka, per non parlare del conflitto tra Pakistan musulmano e India induista nel sud dell'Asia, ecc. Ugualmente non c'è da stupirsi secondo l'autore, ma bisogna accettare il fatto come una specie di dato ineluttabile, se il mondo contemporaneo vede accompagnarsi al risorgere del conflitto su basi etniche, anche quello su basi religiose. Siamo di fronte insomma al risorgere prepotente di uno spirito religioso tradizionale, al posto di una sempre maggiore penetrazione di uno spirito "laico" di matrice occidentale. Malgrado le molte, intelligenti e incontrovertibili affermazioni di cui è costellato questo libro, la sua lettura non può non lasciare però una qualche insoddisfazione. L'autore non sembra infatti dare il giusto rilievo al fatto che, in virtù del fenomeno contemporaneo della "globalizzazione", neppure in Occidente esiste più in realtà una accezione di "nazione" e neppure di "cultura" (basti pensare al fenomeno degli immigrati extracomunitari nell'Europa occidentale) compatta e monolitica. Così come per contro egli non si sofferma sulla rinnovata influenza, sempre in virtù dell' accennato fenomeno della "globalizzazione", che l'Occidente continua ad esercitare sul mondo non occidentale. Influenza politica, economica, sociale, ecc., che però si esercita in forme completamente diverse non solo ovviamente da quelle dell'età coloniale ma anche da quelle del dopoguerra o dell'intera epoca della decolonizzazione. E' proprio questo rinnovato intreccio, pur in un mondo profondamente frammentato e diviso, l'aspetto più interessante su cui invece occorreva forse maggiormente soffermarsi e indagare. Antonio De Gennaro
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![]() ![]() A cura di: Brunella Casalini Emanuela Ceva Dino Costantini Nico De Federicis Corrado Del Bo' Francesca Di Donato Angelo Marocco Maria Chiara Pievatolo Progetto web di Maria Chiara Pievatolo Periodico elettronico codice ISSN 1591-4305 Inizio pubblicazione on line: 2000 ![]() ![]() |
Il settore "Recensioni" è curato da Nico De Federicis, Roberto Gatti, Barbara Henry, Maria Chiara Pievatolo. |