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aggiornamento 2 maggio 2002
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American Philosophical Quarterly
La rivista non è presente sul web. Le schede offerte dal BFP sono di Maurizio Donati.
![]() 35 (1998), 3 A. Cohen, A Defense of Strong Voluntarism, pp. 251-265. L'autore interviene nel dibattito tra comunitari e liberali intorno al problema dell'io: (i) discutendo la critica di Sandel a Rawls, (ii) esaminando la replica di Kymlicka a Sandel e (iii) sostenendo la perspicuità della tesi del volontarismo forte a partire da un particolare punto di vista relativamente alla complicata questione dell'identità personale. In realtà, afferma Cohen, la critica dei comunitaristi alla visione liberale dell'io deriva da una mancata distinzione tra punto di vista metafisico e punto di vista psicologico sull'identità personale: tra che cosa sono io e come sono io (between what I am and how I am ). I fini che ciascun singolo individuo si trova ad avere, dato certamente anche il contesto sociale e culturale in cui quel particolare individuo è cresciuto e maturato, servono a spiegare le sue scelte ed il modo in cui è (how he/she is ), ma non ci dicono nulla su che cosa è quell'individuo (what she/he is ). "Ciò che egli è dice Cohen è essenzialmente un io, un essere che può, in principio, scegliere di accettare o rifiutare qualsiasi fine egli abbia. [...] Ciò che sono come sé è diverso dal particolare modo in cui manifesto me stesso". Il punto centrale nell'argomentazione di Cohen sta nel riconoscere che, in principio, il sé è sempre in grado di scegliere quei fini che dovranno regolare e dar forma alla propria condotta di vita; in questo assunto sta la forza della visione liberale dell'io. Non si tratta di negare che gli individui de facto sono sempre situati in un contesto che influenza le loro scelte; si tratta piuttosto di precisare la capacità dell'io, in quanto sceglitore di sé, di selezionare quei fini che intende perseguire. In questo modo non si discute la situatezza dell'io, ma si orienta l'attenzione sulla peculiare distinzione tra punto di vista metafisico e punto di vista psicologico sul sé. È a partire da questa distinzione che si può giustificare, secondo Cohen, la tesi del volontarismo forte. (M.D.) |
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![]() ![]() A cura di: Brunella Casalini Emanuela Ceva Dino Costantini Nico De Federicis Corrado Del Bo' Francesca Di Donato Angelo Marocco Maria Chiara Pievatolo Progetto web di Maria Chiara Pievatolo Periodico elettronico codice ISSN 1591-4305 Inizio pubblicazione on line: 2000 ![]() ![]() |
Il settore "Riviste" è curato da Brunella Casalini, Emanuela Ceva, Corrado Del Bo' e Francesca Di Donato. |