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Ultimo aggiornamento 23 novembre 2003
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Analogía Filosófica
La rivista non è presente sul web.
Le schede offerte dal BFP sono di Angelo Marocco.
![]() 16 (2002), 1 Alejandro Sahui Maldonado, Aristoteles: La amistad como virtud pública y la solidariedad, pp. 39-64. Il concetto di amicizia così come è stato concepito da Aristotele risulta oramai di difficile realizzazione nella società contemporanea. In effetti, la nozione aristotelica di philía si presenta troppo esigente, presupponendo da parte dei cittadini una grande dose di coesione sociale, di razionalità e di comune interesse per il raggiungimento di una vita buona e virtuosa. Secondo l'autore, tuttavia, col sostegno della uguaglianza politica (isegoría) il concetto aristotelico di amicizia potrebbe ancora oggi svolgere un ruolo di grande rilievo. Essa infatti darebbe a tutti gli individui la possibilità di partecipare al dibattito politico e di contribuire così alla definizione della propria comunità. (A.M.) Paul Weingartner, El fatalismo religioso y el problema del mal, pp. 65-116. 16 (2002), 2 Fernando Aranda Fraga, Las primeras modificaciones en la teoría original de la justicia. (¿Cuán kantiano es John Rawls?), pp. 3-39. La assoluta autonomia data da John Rawls alla sua teoria della giustizia e per estensione alla sua concezione morale viene delineata a partire dalla pubblicazione di A Theory of Justice (1971). In quest'opera Rawls sottolinea come, in virtù di questa autonomia, l'uomo sia in grado di darsi proprie norme. Secondo l'autore dell'articolo, è qui che si appunta l'interesse di Rawls per l'etica kantiana, compresa l'affermazione della priorità del Giusto sul Bene. (A.M.) 17 (2003), 1 María Elton, La Justicia artificial según David Hume, pp. 43-65. Nella concezione humiana la giustizia è artificiale o convenzionale: non è naturale. Si presenta in un insieme di regole universali che hanno come fine il benessere generale degli individui che compongono la società. Queste leggi devono essere compiute da tutti gli uomini che appartengono alla comunità, indipendentemente dalla ripercussione che possono avere per il benessere individuale di alcuni dei suoi membri. Le giuste regole si riferiscono a circostanze essenziali di tutti i casi che regolano, senza prendere in considerazione le qualità personali di quanti sono regolati. In definitiva, ciò che più conta è che vi sia il benessere generale e questo è equivalente a una bilancia nella quale la quantità di beni non morali è maggiore alla quantità di mali non morali, considerati nella loro totalità. (A.M.) Luis Armando Aguilar Sahagún, Formar en diálogo, la comprensión y la solidaridad para habitar un mundo tecnificado. Contribuciones de Hans-Georg Gadamer para una formación integral, pp. 67-85. Manuel García Serrano, Normas en interés propio (Notas sobre dos proyectos morales: el hobbesiano y el clásico), pp. 159-184. |
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![]() ![]() A cura di: Brunella Casalini Emanuela Ceva Dino Costantini Nico De Federicis Corrado Del Bo' Francesca Di Donato Angelo Marocco Maria Chiara Pievatolo Progetto web di Maria Chiara Pievatolo Periodico elettronico codice ISSN 1591-4305 Inizio pubblicazione on line: 2000 ![]() ![]() |
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