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aggiornamento 29 ottobre 2000
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Harvard Law Review
La rivista è presente sul web ed è raggiungibile cliccando qui. Le schede offerte dal BFP sono di Persio Tincani.
![]() 112 (1999), 8 AA.VV., The case of the Speluncean Explorers: a Fiftieth Anniversary Symposium, pp. 1834-1923. Si tratta di un gruppo di articoli in commento al famoso paper di Lon Fuller, The Case of the Speluncean Explorers, apparso sulla stessa rivista cinquant'anni fa. Nei primi giorni di maggio del 4299 cinque speleologi, tra i quali un certo Roger Whetmore, stanno esplorando una caverna quando, improvvisamente, una frana ne blocca l'entrata imprigionandoli nelle viscere della montagna. La Società speleologica tenta invano di soccorrerli, e dieci uomini muoiono nel tentativo. Intanto, passano venti giorni. Tramite una radio a batteria che si erano portati con loro, gli speleologi comunicano con l'esterno e vengono informati che saranno necessari almeno altri dieci giorni per poterli raggiungere. Gli esploratori descrivono ad un collegio di medici esperti le loro condizioni di salute e la quantità delle provviste ancora a loro disposizione, e i sanitari li informano che difficilmente portanno sopravvivere per un tempo così lungo. Whetmore chiede allora ai medici se le probabilità di salvezza aumenterebbero se essi decidessero di mangiare uno di loro e, seppur con riluttanza, i medici rispondono di sì. Dopo questo messaggio, la radio tace; fuori si pensa che gli speleologi ne abbiano esaurito le batterie. Infine, dopo ventitré giorni dalla loro discesa nella caverna (e tre giorni dopo l'ultimo messaggio), gli speleologi escono dalla caverna. Tra loro manca Roger Whetmore, che i suoi compagni dichiarano di avere ucciso e mangiato: con un paio di dadi che si erano trovati in tasca avevano tirato a sorte, e il povero Whetmore era stato estratto. Dopo qualche tempo, a carico dei quattro superstiti viene aperto un procedimento per omicidio, al termine del quale il presidente della corte pronuncia la sua sentenza di colpevolezza e li condanna a morte. A questa sentenza segue la pubblicazione delle opinioni degli altri quattro giudici componenti il collegio, alcuni a favore del verdetto di colpevolezza altri contrari, ma tutti sulla base di motivazioni diverse. Questo articolo, ai limiti della science fiction, ha suscitato un profondo interesse fin dalla sua pubblicazione nel 1949 (al riguardo, segnalo un commento particolarmente interessante in Mary Douglas, Come pensano le istituzioni, Il Mulino, Bologna, 1990). Gli articoli presentati in questo numero della rivista sono di Paul Butler, Alan M. Dershowitz, Frank H. Easterbrook, Alex Kozinski, Cass R. Sunstein, Robin L. West e David L. Shapiro. Shapiro è autore di un'introduzione al problema, gli altri fingono tutti di essere tra i giudici incaricati di esprimere una loro opinione al fine di raggingere il verdetto. Chiude la raccolta il parere inquietante del giudice Stupidest Housemaid (Paul Butler). (PT) |
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![]() ![]() A cura di: Brunella Casalini Emanuela Ceva Dino Costantini Nico De Federicis Corrado Del Bo' Francesca Di Donato Angelo Marocco Maria Chiara Pievatolo Progetto web di Maria Chiara Pievatolo Periodico elettronico codice ISSN 1591-4305 Inizio pubblicazione on line: 2000 ![]() ![]() |
Il settore "Riviste" è curato da Brunella Casalini, Emanuela Ceva, Corrado Del Bo' e Francesca Di Donato. |