Bollettino telematico di filosofia politica
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Ultimo aggiornamento 28 gennaio 2003

La filosofia politica di Kant
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Teoria e pratica


Un tema di grande interesse sul quale da ultimo si sono indirizzati gli studi kantiani è quello del rapporto tra teoria e pratica. In questo senso lo scritto del 1793 Sopra il detto comune è stato posto al centro di un vivo interesse, dal quale è seguita la produzione specificamente rivolta alla filosofia politica di Kant.

L'origine di questo dibattito deve essere fatto risalire soprattutto alla fine degli anni sessanta del novecento, quando nella cultura tedesca veniva affermandosi il dibattito sulla riabilitazione della filosofia pratica: tra gli autori vicini a questo movimento iniziò a destarsi l'interesse sull'Antropologia kantiana. Si tratta di un'opera, quella del 1798, che in precedenza era stata considerata di interesse minore, ma che all'epoca fu rivalutata sulla base di esigenze filosofiche peculiarmente contemporanee. In tali esigenze si riassumevano da un lato i temi lasciati irrisolti dalla filosofia idealistica dopo la fine della stagione della filosofia della storia, dall'altro un interesse specificamente politico, a cui lo studio della natura umana non poteva non rimandare. Basti pensare che tra gli uditori e redattori del testo delle Lezioni di Antropologia (KGS, XXV) ci fu J. A. Bergk, il quale in seguito si distinse per le sue posizioni giacobine e per la formulazione di un vero e proprio diritto alla rivoluzione. Nel 1965 Odo Marquard scrive un articolo sulla questione (Marquard, 1965), a cui risponderà Norbert Hinske l'anno successivo (Hinske, 1966), manifestando forti riserve sulle argomentazioni di Marquard. Del 1967 è il già ricordato volume di Dieter Henrich su Teoria e pratica, quest'ultimo inserito all'interno della via "storico-genetica" allo studio dell'idealismo classico che da parte propria Henrich aveva intrapreso in quegli anni (Kant-Gentz-Rehberg, Über Theorie und Praxis, hrsg. v. D. Henrich, Frankfurt a.M., Suhrkamp, 1967).

Nei decenni successivi il dibattito è stato proseguito, soprattutto in diretta connessione con gli interessi provenienti d'oltreoceano, dove la filosofia analitica, con più o meno favore in merito alle specifiche dottrine, aveva preso Kant come un vero e proprio punto di riferimento per le proprie maggiori teorie (Rawls, Hare). In Germania, uno dei maggiori cultori degli studi sull'antropologia kantiana è stato Reinhard Brandt, la cui attività scientifica è culminata nella pubblicazione delle Lezioni (in collaborazione con W. Stark), pubblicate nel volume XXV delle Gesammelte Schriften.

Dal punto di vista della filosofia politica, l'Antropologia pragmatica è importante perché in quest'opera si trovano le considerazioni di Kant più favorevoli all'affermazione del diritto di coazione da parte dello stato nei confronti del popolo, una questione che appare già nello scritto su Teoria e pratica, in particolare nella seconda sezione, dedicata alla polemica contro Hobbes. In questo senso alcuni studiosi, tra cui Wolfgang Kersting, hanno interpretato il testo kantiano come una forma di 'recupero' della tesi hobbesiana sulla sovranità. Questa tesi, che risale già a Joachim Ritter (influenzato da Carl Schmitt), ha come argomentazione centrale la comune posizione di Kant e Hobbes sulla negazione del diritto di resistenza. Questi autori ritengono che sia motivata in tal modo un'adesione di Kant alla teoria moderna della sovranità, la quale, come procedimento della "rappresentanza politica", è volta alla costituzione della persona pubblica-stato come superiorem non recognoscens. Questa adesione avrebbe come sua conseguenza anche il fondamento "politico" dell'obbligazione giuridica e l'identificazione del concetto di diritto pubblico con quello della statualità. Una tale concezione è stata invece posta in discussione da quanti interpretano il fondamento della filosofia del diritto kantiana nella tradizione del diritto naturale, enfatizzando in tal modo la sua adesione ai principi del liberalismo e dello "stato di diritto".

Il dibattito sulla natura della filosofia pratica di Kant in questi anni non è affatto concluso, anzi pare essere uno dei temi più vivi nella letteratura. A restare aperta è soprattutto la questione di fondo con la quale può essere sintetizzata la formula del rapporto tra teoria e pratica, in accordo con quanto sembra concludere il saggio del '93 (ma anche gli scritti politici successivi). Vale a dire, se quest'ultima, debba essere considerata unicamente l'emanazione della pura "idea teoretica" della pratica, e dunque avente quale proprio oggetto la legge morale e la libertà che di questa è ratio essendi e fondamento; ovvero, se in quella stessa formulazione generale del "pratico" debba essere riservato anche un posto per l'elemento pragmatico, del quale si fa portatore una specifica disciplina: l'antropologia.

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Materiali sull'Antropologia

Recente letteratura
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Il Bollettino telematico di filosofia politica è ospitato presso il Dipartimento di Scienze della politica della Facoltà di Scienze politiche dell'università di Pisa, e in mirror presso www.philosophica.org/bfp/

A cura di:
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Dino Costantini
Nico De Federicis
Corrado Del Bo'
Francesca Di Donato
Angelo Marocco
Maria Chiara Pievatolo

Progetto web
di Maria Chiara Pievatolo


Periodico elettronico
codice ISSN 1591-4305
Inizio pubblicazione on line:
2000

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